29 giugno 2008

dove si va da qui? apologia di una casa.


dove si va da qui dove tutto ha avuto inizio, dove ho ricominciato dal basso, dalle finestre da dove si vedono i piedi stanchi avanzare e i gatti vivere e inseguire palline e tappeti. dove si va da qui dove l'odore di una casa ti entra dentro e ti accompagna come gli odori di tutte le case in cui ho vissuto, ma con più insistenza, per via di quell'aroma pungente delle pioggie, dell'acqua e della polvere. dove si va dopo aver ricominciato dal basso, con l'idea di filosofie zen di un seminterrato per cui è stato subito amore soffuso come la luce della mia camera, che lentamente ti mette a tuo agio, lontano dall'idea dei neon, amore pigro di un divano bianco su cui giocare e inseguire emozioni, poi annegato e sostituito da un divano verde blu. dove si va senza questi divani?
si va. verso la prossima avventura sotto i cieli, con l'amarezza della fine di qualcosa, perchè è così che si va avanti, tirando la tenda, chiudendo la porta e spostando lo spettacolo da un'altra parte. itinerante, pellegrina, nomade, verso una via che porta in sè l'idea del pellegrinaggio, ancora più in basso e ancora più verde.
Dove si va da qui?
Si torna sentendosi a casa, anche se non è più tua, con quell'idea di appartenenza che va oltre le mura e con quella sensazioni di sentirsi a casa ovunque c'è qualcosa o qualcuno che ne rappresenta una parte anche se minima e anche se involontariamente. Casa.

Original soundtrack:
i suoni di casa lanza
Sam Prekop - "Who's your new professor?"
Thom Yorke - "The eraser"...come agli inizi... :D

19 giugno 2008

e io lo so che è solo un sogno...


da stanotte nella testa l'immagine di un quarantenne che mi dice "claudia ti sto vedendo tra vent'anni" in una lingua di cui non coglierò mai le sfumature, ma con un sorriso che è la nuance giusta e sopra quel puff nella casa della mia vita, luminosa, bianca, colorata, legnosa, trasparente è come se facessi questo viaggio di vent'anni che lui mi ha annunciato ed è subito fantasia...

Tutto resta ed è normale. Non c’è niente di speciale
Una carogna resta tale anche coi guanti bianchi
E l’universo tridimensionale sta perdendo il suo colore
Ed è avaro di stupore e di bei pensieri
Ma resta qui con me. E inventiamo un mondo che ci faccia ridere
Tutto resta uguale e i nostri occhi annoiati e semispenti
Non si accorgono che il sole ci riscalda tutti
Diventiamo semi-artificiali
Non amiamo più l’amore e scopiamo per capire di non esser soli
Ma resta qui con me
E inventiamo un mondo che ci faccia piangere di gioia
Ed io lo so che è solo un sogno che non ci inventiamo niente
Perché tutto splende ma noi non lo vediamo
Perché siamo velocissimi
Tutto resta uguale ed è banale
Non ha testa per pensare ma nemmeno per sofisticare tutto
Ed io lo so che è solo un sogno che non ci inventiamo niente
Perché tutto splende ma noi non lo vediamo
Perché siamo velocissimi
E lo so che tutto è niente che anche il bianco ha i suoi colori
Ed andare fuori dalle case da noi stessi ci farebbe respirare
Ed io lo so che è solo un sogno


Original soundtrack:
Paolo Benvegnù - E' solo un sogno
Patrizia Laquidara - Lividi e fiori

Oggi è così.





Omaggio tardivo ad Andrea Pazienza

10 giugno 2008

imieipiedi à paris


Original soundtrack: cinque mesi di musica

08 giugno 2008

joint

adoro questo stato di similinerzia,
parigina

04 giugno 2008

La connerie la plus grande de ma vie


Non riesco a togliermi di dosso la sensazione di star facendo la cazzata più grande della mia vita. Ancora una volta mi chiedo se in qualche modo sto provando a cogliere il senso di osare turbare l'universo. Stavolta qui sto osando turbare l'universo o nonostante i segni che provengono da questo universo io mi giro tranquillamente dall'altra parte? Già...i segni, gli sto dando tanta importanza solo perchè sono lì davanti alla scelta o sarebbero arrivati comunque e io non me ne sarei neanche accorta? Sto osando con la grammatica mi sa...Non capisco. Non riesco a capire se tornare vale qualcosa in questa congiunzione astrale. E nel frattempo mi muovo per le strade di una città per cui è stato subito amore e mi sembra quasi di stare guastando questo amore in nome di non so nemmeno io cosa. Il futuro? Una laurea? Un passatempo? Un gioco? Un equilibrio precario? Un seminterrato? I ricordi? Dei gatti? Una coperta calda? Per cosa? Per cosa?...
Non riesco a mettere tutto su una bilancia a due piatti e lasciarmi andare verso dove il piatto pende. Non riesco a soppesare. Peso. Che peso dare a una cartolina in bianco e nero con due bambini abbracciati che indicano una casa...e ci immaginano dentro una libreria, di quelle con la famiglia felice e un cane steso al sole? Immagini sovrapposte. Di felicità fugaci e calde.
Di una Parigi disarmante, vista con gli occhi di chi non riesce ancora a rendersi conto che gli sta girando le spalle per inseguire qualcosa di indefinito, di difficile comprensione.
E poi arriva un bigliettino da visita che fa arrosire e lui incontrato per strada che fa arrossire e un sacco pieno di possibilità all'autonomia. E una città ancora tutta da scoprire e da sentire dentro e sentirsi dentro.
Sto facendo la cazzata più grande della mia vita.
E ci vado incontro con tutta la consapevolezza universale, astrale e numerologica.
Spero di non dovermene pentire.

Original soundtrack:
You must stay out - Songs for Ulan