27 febbraio 2008
17 febbraio 2008
metro, nausee e vicinanze spaziose
Sartre, nausea, reale nausea della quale non riesco a captare l'origine. Le strade pullulano, hemingway aveva ragione quando scriveva del banchettare. Amo la metro, forse non durerà molto...ma è tutta colpa di quegli innumerevoli contatti visivi...apri gli occhi...chiudi gli occhi...eccolo lì...eccolo non c'è più.
Un miliardo di anime che passano, banchettano con le loro esistenze nei labirinti dei metro e poi si disperdono. Si' probabilmente ognuno con la propria depressione da 9 mq o da bagno in un mq...ma è un flusso così forte che ti lascia estasiato. Ci sono degli abbracci nascosti in tutto questo...e non so se tra un anno potrei sentire l'assoluta vaghezza e vacuità del flusso. Non so, so che adesso ho solo una nausea da ubriachezza e forse sono stordita da tutte queste emozioni schiaffate così in faccia e da tutte queste luci...
Avrei dovuto scrivere un post sullo zen e l'arte di coltivare vicinanze spaziose...ma la nausea ha avuto la meglio.
Vicinanze spaziose...
""Per mantenere vivo un fuoco metti due ciocchi di legno uno accanto all'altro. Devono essere abbastanza vicini per passarsi il calore a vicenda ma abbastanza lontani per poter respirare. In un buon matrimonio la regola è la stessa".
Scesi dalla metro...ci siamo persi...adesso siamo lontani anni luce.
Nonsense haiku india che impazza follie nausee cambiamenti repentini di umore.
Influenza.
Original soundtrack:
Rimescola...Tutte le canzoni...E sulla metro partirà quella giusta per te!