13 agosto 2006

Parlare


Laura scrive: senti ma chi era quello che diceva comunicare è difficile maledettamente difficile?bechelloni?
Claudia scrive: il mitico bekelloni!!!!!!!!!!
C : + cannoni - bechelloni
L : sarà oggetto del mio prossimo post, deciso!
C : io sono arida di parole!
L : niente ci fa, anzi sai che ti dico? meglio così!
in questo mondo si parla troppo e si dicono troppe cazzate
C : è decisamente vero.
L : meglio non parlare una buona volta!
C : c'è stato un tempo in cui io non parlavo ed era bello
L : è da ieri che anch'io mi soffermo sullo stesso pensiero
bisogna ritornare alle silenziose origini ogni tanto
C : poi deve essere successo qualcosa e ho cominciato a parlare a raffica...
a volte mi stupisco di tutto quello che dico...
pignè credo che siamo pronte al post a quattro mani!
L : forse si
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L : non credi che possa essere controproducente condannare
le troppe parole per due che hanno appena aperto un blog?
C : dobbiamo sovvertire il sistema

più o meno è iniziata così

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comunicare è difficile, maledettamente difficile
mi rendo conto di quanto la situazione sia peggiorata con l’avvento dei vari messenger, skype, telefoni sempre accesi, possibilità pressoché illimitata di rintracciare e di essere rintracciati
Quello che scrivo con un sorriso sulle labbra a messina, può suonare offensivo a 400 km di distanza…creando confusione fra il detto, il non detto e ciò che non si è neanche mai lontanamente pensato.
Inizio a credere davvero che ognuno di noi sia un pianeta a se, ogni singolo essere vivente è dotato di un suo proprio linguaggio,di un suo proprio vocabolario che da significati diversi alle parole comunemente usate da milioni di persone…”la percezione richiede impegno”
Qualcuno poco tempo fa mi ha detto di non sentirsi italiano perché l’Italia in realtà non esiste, siamo troppo diversi da nord a sud, da est a ovest…non parliamo neanche la stessa lingua…
Mi domando se la stessa cosa non valga per la Sicilia: se per dire “guarda” io dico “vadda”, una scordiense dice “talè” e un palermitano dice “talìa” forse è il momento di porsi qualche domanda…
In fondo anche nel mio piccolo nucleo familiare di 4 persone la stessa parola assume 4 significati diversi.
Comunicare è difficile, maledettamente difficile e maledettamente necessario
ma cos’è questa smania di parlare, di informare il mondo di ogni nostro minimo movimento?
…mi viene in mente una persona conosciuta tempo fa che passava ore a descrivere nei dettagli, al suo ragazzo, i suoi ingressi nel bagno…ora di entrata, scopo della visita, raggiungimento dell’obiettivo, tempo di permanenza …
può farti ridere, può terrorizzarti…
Non voglio privarmi della comunicazione, voglio esprimere la mia gioia,il mio disgusto e il mio affetto, voglio esprimere il mio pensiero, ma con moderatezza e nei tempi giusti…
a volte checché ne dica il nostro telefono abbiamo bisogno di essere momentaneamente non raggiungibili…
Per conto mio stamattina aspettavo una risposta importante…ho spento il telefono e sono andata al mare
Per tre ore mi hanno raggiunto solo i rumori della spiaggia …e quella risposta è arrivata solo quando ero disposta ad accoglierla …una bella liberazione!
Le parole sono un mezzo potente, ci piovono addosso continuamente e spesso senza rispetto, anche adesso che scrivo e mi tradisco da sola con la mia prolissità…

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C'è stato un tempo in cui non si parlava tanto. C'è stato un tempo in cui io non parlavo tanto. E a quanto pare non ci facevo poi tanto caso. C'è stato un tempo in cui non cancellavo mai quello che scrivevo.
Questa è già la seconda versione del post.
Inizio contraddittorio per un post contraddittorio che vorrei parlasse di silenzi ed esaltasse la bellezza del non parlare, di quella preistoria della mia storia personale in cui preferivo tacere. E poi deve essere successo qualcosa e poi sicuramente qualcos'altro se mi ritrovo qui a parlarne in maniera antitetica su un blog che è la coronazione del sogno bisogno del poter parlare ovunque comunque e...pure quantunque.
Credo ci sia una sottile linea di confine tra il parlare e il parlare eccessivamente, io mi sono resa conto di averla superata qualche volta e non solo in preda a deliri alcolicometafisici. E lì deve essere sorta la questione: che senso ha? già, che senso ha sparare così tanto cazzate? ricoprirsi ed essere ricoperti da questa quantità di parole senza senso, discorsi senza senso e pensieri senza senso?
Sono domande senza senso che credo possano venir fuori solo nel momento in cui ci si rende conto che c'era un confine lì e che quel confine è stato superato...tutto deve essere provato sulla propria pelle...che si sa ad accusare gli altri di aver superato la decenza siamo tutti bravi.
Questo è il mio atto di dolore e prima ancora la mia presa di coscienza.
Lo faccio scrivendo cazzate su un blog ma lo faccio. Il sistema va sovvertito dal suo interno e io parto da qui...dal parolare inopportuno e insensato...il basso ventre della parola.
E adesso mi godo un po' di silenzio.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

sn stata all ennessimo, ma sempre gradito, tributo d sux Rino e vi ho pensato:)

20 agosto, 2006 18:18  
Anonymous Anonimo said...

ops..abbondano le S....:O

20 agosto, 2006 18:18  
Anonymous Anonimo said...

ops..abbondano le S....:O

20 agosto, 2006 18:18  
Blogger lapigneri said...

e anche i post abbondano!!!;)
spendi spandi spandi spendi effendi!

20 agosto, 2006 20:50  

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